Riforma del Codice dei contratti - Il contributo degli Ordini Provincial

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Cari Colleghi, come è noto, per effetto della cosiddetta “legge delega” n°78/2022, il Governo dovrà varare il nuovo codice dei contratti entro il prossimo 20 dicembre. Abbiamo purtroppo avuto modo di rilevare che la bozza del nuovo codice, redatta dalla commissione appositamente costituita presso il Consiglio di Stato, presenta una serie di criticità che rischiano di riportare il quadro normativo del settore dei lavori pubblici indietro di trent’anni (all’epoca pre-Merloni). Nel testo del codice all’esame del Governo è infatti scomparsa la centralità del progetto, sono stati fortemente ridimensionati i concorsi di progettazione, è scomparsa l’opzione di richiedere ai partecipanti i requisiti economico-finanziari solo a valle dei concorsi, con la possibilità di costituire un raggruppamento dopo la proclamazione; opzione che aveva restituito potere contrattuale ai professionisti di talento. E’ scomparso anche l’obbligo, per le stazioni appaltanti, di calcolare l’importo dei corrispettivi a base di gara, utilizzando il cosiddetto “decreto parametri”, con la consapevolezza che ciò alimenterà nuovi episodi imbarazzanti (che credevamo archiviati) come quello che a Catanzaro, nel 2016, ha fatto registrare l’affidamento di un Piano Regolatore a fronte del compenso simbolico di un euro. Di contro, il testo all’esame del Governo ripropone il fatturato dei concorrenti quale requisito fondamentale di partecipazione alle gare e rilancia l’appalto integrato, procedura stantia che relega il progetto di architettura ad un ruolo assolutamente marginale in seno al processo di esecuzione delle opere pubbliche, penalizzando così l’autonomia intellettuale del progettista e conseguentemente la qualità delle sue prestazioni professionali. In occasione della CNO dello scorso 21 Ottobre, sul tema della riforma in oggetto, è stato approvato un documento di principi a cui il nuovo codice dovrebbe ispirarsi, con l’obiettivo di consolidare la centralità del progetto di architettura nei processi di trasformazione del territorio. In linea con i principi condivisi dalla CNO, un gruppo di Ordini ha redatto il documento allegato, che riporta gli emendamenti al nuovo codice necessari per: a) Rilanciare i concorsi di progettazione a due gradi; b) Recuperare il dispositivo secondo cui il vincitore di un concorso può dimostrare il possesso dei requisiti economico-finanziari e tecnico-organizzativi a valle della proclamazione, anche attraverso la costituzione di un raggruppamento nella fase di affidamento della progettazione esecutiva; c) Reintrodurre l’obbligatorietà, per le stazioni appaltanti, di utilizzare il decreto parametri per calcolare l’importo a base di gara negli affidamenti di servizi di architettura e ingegneria; d) Affidare prioritariamente i progetti del PNRR ai liberi professionisti; e) Ridurre drasticamente il ricorso all’appalto integrato; f) Estendere anche agli incarichi di “direzione lavori” il divieto, per le stazioni appaltanti, di chiedere ai partecipanti alle gare il versamento di una cauzione provvisoria (divieto già introdotto per la progettazione); g) Reintrodurre l’opzione per i partecipanti ad una gara la possibilità di dimostrare il possesso dei requisiti economico-finanziari con una semplice polizza assicurativa, adeguatamente dimensionata. Si precisa che il documento è aperto alla sottoscrizione degli Ordini che vorranno condividerne i contenuti e/o offrire contributi integrativi sul tema.

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